L'industria della carne vegetale vive un brutto momento. Lo scorso anno le vendite negli Stati Uniti sono diminuite e in generale l'entusiasmo dell'era della pandemia ha continuato a scemare. E ora la parabola di Beyond Meat, che una era volta il fiore all'occhiello del boom delle alternative vegane alla carne – oltre che la prima azienda nel settore ad approdare in Borsa nel 2019 –, è diventata un monito sui rischi del comparto.
Il produttore ha annunciato risultati contrastanti per il secondo trimestre del 2024. Nonostante il fatturato sia sceso dell'8,8% e i volumi di vendita siano diminuiti del 14% rispetto al secondo trimestre del 2023, il margine realizzato dall'azienda su ciascuno dei suoi prodotti è aumentato. "Siamo incoraggiati da molti dei risultati di questo trimestre, che dimostrano un chiaro progresso rispetto al nostro piano per il 2024 e ai nostri obiettivi a lungo termine", ha dichiarato Ethan Brown, amministratore delegato di Beyond Meat, agli investitori a inizio agosto.
Nel 2023 il fatturato di Beyond Meat è diminuito del 18%, attestandosi a 343,4 milioni di dollari con un dato comunque superiore alle basse aspettative del mercato, ma ha anche registrato perdite per 82,7 milioni di dollari. Negli Stati Uniti, le vendite sono diminuite del 32,3%. L'azienda non si è ancora ripresa e per il 2024 ha annuncianto un primo trimestre debole, con un fatturato nuovamente in calo del 18%, nel contesto di una domanda deludente negli Stati Uniti.
Negli ultimi due anni però l'Europa è stata uno dei punti di forza di Beyond. Nel 2023, le vendite internazionali dell'azienda sono cresciute, mentre quelle negli Stati Uniti scendevano drasticamente. Nel Regno Unito, McDonald's ha iniziato a vendere McPlant con hamburger di Beyond Meat dall'autunno 2021, mentre una partnership simile negli Stati Uniti non è andata oltre la fase di prova.
Sebbene l'azienda abbia registrato un calo delle vendite anche a livello internazionale, nel corso dell'ultima presentazione degli utili il direttore finanziario Lubi Kutua ha dichiarato che Beyond Meat si sta concentrando sull'ampliamento della distribuzione in Europa. "Partiamo da una base molto piccola nell'Ue – ha spiegato Kutua –, al momento non abbiamo una presenza così ampia in Europa".
A febbraio un investitore ha previsto che il "centro di gravità" dell'attività di Beyond Meat si sarebbe probabilmente spostato verso i mercati internazionali. All'epoca l'ad Brown aveva ammesso negli Stati Uniti il dibattito sulle carni di origine vegetale è stata "politicizzato" e "offuscato dalla disinformazione".
L'intero settore ha risentito dei gusti volubili della clientela. La principale rivale di Beyond, Impossible Foods, ha optato per un rebranding per aumentare il suo appeal sui consumatori di carne. Nel frattempo, altri marchi come Nowadays, Meatless Farm e VBites sono falliti.
Ma secondo Chris DuBois, vicepresidente esecutivo della società di analisi Circana, le carni a base vegetale non dovrebbero essere date per spacciate: “Si tratta ancora di un settore da un miliardo di dollari”, sottolinea.
E in Europa, dove il consumo di carne è già in calo e i supermercati stanno mostrando di sostenere le alternative vegane, la situazione di stallo potrebbe invertirsi.
Negli ultimi cinque anni c'è stata una corsa sfrenata nel mondo delle carni vegetali, afferma Chris Bryant, ricercatore e consulente dell'industria delle proteine alternative. All'inizio della pandemia, negli Stati Uniti le vendite erano aumentate in alcuni casi del 200% a causa della chiusura dei macelli e del blocco delle catene di approvvigionamento, salvo poi diminuire del 13% tra il 2021 e il 2023.
Questo calo ha mascherato una diminuzione ancora maggiore delle vendite unitarie, il numero preciso di confezioni vendute (il 26% in meno nel 2021-2023). Il prezzo delle azioni di Beyond ha seguito una traiettoria simile, perdendo il 97% dall'ottobre 2020. Invece che rivolgersi al grande pubblico, le vendite si sono concentrate in un gruppo più ristretto di consumatori che continuano a cercare più opzioni.
Tutto questo non è esattamente quello a cui puntavano le startup di proteine alternative quando sono esplose sulla scena negli anni Dieci. Nel 2017, il fondatore e allora amministratore delegato di Impossible Foods, Pat Brown, aveva dichiarato al Guardian che il suo obiettivo finale era quello di sostituire tutti gli alimenti di origine animale con alternative di origine vegetale: "Se riuscissimo a raggiungere questo obiettivo, ovviamente ci sarebbero ancora mucche, maiali e polli, ma non sarebbero una parte significativa del sistema alimentare", aveva detto all'epoca.
È esattamente il tipo di annuncio velleitario che ci si aspetterebbe da un fondatore di startup nella Silicon Valley. L'unico problema è che il mondo della produzione alimentare è molto più difficile da decifrare rispetto a quello dei software, e le aziende di carne vegetale hanno faticato a perfezionare i loro prodotti, abbassare i prezzi e rispondere agli attacchi dei gruppi che difendono gli interessi dell'industria delle proteine animali.
Nel Regno Unito, Beyond Meat è una delle alternative vegetali più costose, soprattutto perché molti supermercati hanno introdotto i proprio marchi di carni vegane a prezzi più bassi. "C'è un enorme sovrapprezzo su Beyond rispetto al resto del mercato", afferma Bryant, che a lungo termine, prevede che il prezzo delle carni vegetali scenderà e sarà più competitivo rispetto alla carne convenzionale. Questo potrebbe invogliare le persone che non le hanno mai provate (secondo un sondaggio del 2023, oltre il 50% degli adulti statunitensi non ha mai assaggiato la carne vegetale).
Come i suoi rivali, Beyond Meat è anche ostaggio delle decisioni dei supermercati a livello di posizionamento dei prodotti. Negli Stati Uniti, i brand di carne vegetale sono stati schiacciati dall'alta concorrenza nei banchi frigo, afferma DuBois: "Il banco della carne è uno dei posti più difficili in cui competere", dice, e i rivenditori sono scettici a riservare gli spazi più importanti sugli scaffali a prodotti che potrebbero non esaurirsi rapidamente. Secondo DuBois, i brand di carne vegetale sono più facili da piazzare nelle corsie dei surgelati, dove la concorrenza è un po' meno intensa.
L'Europa è la parte del mondo in cui le cose potrebbero andare a favore delle aziende plant-based. Una delle più grandi catene di supermercati del continente, Lidl, ha deciso di rendere nota la ripartizione delle vendite tra le varie fonti di proteine (prodotti a base vegetale, uova, pesce, pollame e carni rosse e lavorate). Nei suoi negozi in Belgio, Germania, Austria, Danimarca e Ungheria, l'azienda ha inoltre ridotto in modo permanente i prezzi delle alternative vegetali alla carne, equiparandoli a quelli delle proteine animali equivalenti. Jumbo Supermarkets, che opera nei Paesi Bassi e in Belgio, e il Co-operative Group del Regno Unito si sono entrambi impegnati ad allineare i prezzi dei prodotti vegetali dei loro marchi a quelli dei prodotti a base di carne.
"Quello che sappiamo è che in Europa la domanda c'è – afferma Carlotte Lucas delGood Food Institute Europe, un'organizzazione no-profit che sostiene l'industria delle proteine alternative –. Stiamo vedendo molte startup europee che si concentrano sull'innovazione per espandere davvero la quantità di prodotti e la varietà del mercato".
Potrebbe non essere una coincidenza che il consumo di carne in alcune parti d'Europa stia iniziando a diminuire. Secondo i dati provvisori dell'Ufficio federale per l'agricoltura e l'alimentazione tedesco, nel 2023 la Germania ha consumato in media 51,6 kg di carne a persona, un record negativo. Nei Paesi Bassi, circa il 43% dell'apporto proteico delle persone è di origine vegetale, una quota molto più alta rispetto agli Stati Uniti, dove quasi il 70% delle proteine nella dieta delle persone proviene dagli animali.
Il passaggio alla carne di origine vegetale è stato offuscato da studi che sostengono che alcune alternative vegane e sostitutivi della carne sono alimenti ultra-lavorati che possono contenere più zucchero e sale dei prodotti che sostituiscono. Beyond Meat ha risposto ai timori sulla salubrità delle carni vegetali lanciando una nuova versione del suo hamburger con meno sale e grassi saturi. Ma l'azienda ha anche una nuova gamma di salsicce a base di spinaci, peperoni, riso e lenticchie, che non imitano più la carne.
In tutto questo, Bryant avverte che le aziende del settore non dovrebbero allontanarsi troppo dal motivo per cui molte di esse sono nate: l'impatto sul clima e sul benessere animale della carne convenzionale.
Secondo il ricercatore, l'industria deve spingere le persone verso alternative più economiche, gustose e salutari alle proteine animali. "Ma poi, francamente, è necessario finanziare la diffusione di messaggi che inducano le persone a cambiare – continua Bryant – e molti di questi messaggi riguardano le verità scomode sulla crudeltà degli animali, che le persone non leggeranno volentieri ma che cambieranno il loro comportamento".
Qui l'articolo completo https://www.wired.it/article/carne-vegetale-espansione-europa-beyond-meat/
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