Il 26 gennaio è comparsa sulla pagina facebook e instagram di NaturaSì l’immagine di un grillo con la scritta: “Gli insetti lasciamoli nel loro mondo. Nei nostri negozi la salute”, mentre la caption del testo recita “Cibo a base di insetti e cibo sintetico non rientrano nei nostri principi di Vita e Salute. Porremo la nostra massima attenzione affinché non entrino nei nostri negozi bio NaturaSì”. Nella segnaletica dei negozi si legge esattamente lo stesso messaggio. Contemporaneamente sul sito web www.naturasi.it è comparso un banner che recita: “tutta farina del nostro sacco”.
All’interno dello stesso sito si legge in una nota in cui sono spiegati i motivi della decisione: “Pensiamo che il nostro compito sia fornire cibo di origine vegetale, coltivato nel rispetto della crescita fisiologica e sana della pianta, o cibo di origine animale, di animali addomesticati, quali principalmente i ruminanti ed i volatili, allevati in armonia con le caratteristiche della loro specie perché crediamo sia il cibo più adatto alla salute umana in questa epoca e per la nostra cultura”.
Per quanto la posizione abbia riscosso ampio consenso (soprattutto su Facebook, meno su Instagram) è evidente che il messaggio, pur rimanendo del tutto legittimo, fa leva sull’attuale sentimento di rifiuto e di negazione che si sta generando negli utenti, stimolando la sensazione di “un’invasione” di prodotti a base di insetti che al momento è ben lontana dal verificarsi e alimentando la secolare litigiosità italiana tra i concetti di tradizione e innovazione in campo gastronomico.
Ma la cosa che appare più incongruente, è l’opportunismo con cui tale informazione viene formulata: la catena vende abitualmente carne e pesce, dunque nello scrivere “gli insetti lasciamoli nel loro mondo” sembra suggerire che vi siano animali che meritano di essere lasciati in vita e altri no, animali di seria A e animali di serie B. Tra gli utenti sono stati in molti a suggerire la contraddittorietà di una visione così spiccatamente specista, che replica l’idea che gli esseri umani siano superiori per status e per il loro valore intrinseco a tutti gli altri essere animali non umani, al punto da poter definire categorie di sacrificabilità tra di loro quando si tratta di cibarsene. Non a caso molte delle critiche provengono da content creator vegani che sarebbero anche tra i primi a rifiutarsi di integrare la propria dieta con insetti o animali in qualsiasi forma.
L’immagine paternalista del brand che si prende cura dei propri clienti appare funzionale a rafforzare l’impulso d’acquisto in chi legge, soprattutto considerando che il marchio negli ultimi anni ha affrontato diverse ondulazioni finanziarie. Il risultato della campagna anti-insetti però è piuttosto maldestro e si ferma a un’interpretazione superficiale del tema. C’è un margine per ipotizzare che questi proclami siano strumentali a trovare uno spazio mediatico che faccia leva sulle paure e bisogni primari dei potenziali consumatori, l’idea di essere rassicurati sulla salubrità e sulla qualità dei propri alimenti, sebbene nessuno costringa NaturaSì o qualunque altra catena a comprare prodotti a uso alimentare derivato da insetti senza una specifica ragione. Tantomeno a cibarsene. Qui l'articolo completo https://www.dissapore.com/spesa/naturasi-gli-insetti-lasciamoli-nel-loro-mondo-invece-gli-altri-animali-possiamo-mangiarli/
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