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Coltivare cibo nelle foreste: un fungo fa concorrenza alle mucche


Se avessimo un terreno, a cosa potremmo destinarlo? Agricoltura o riforestazione? E perché non entrambe? Da questa domanda è partito Paul Thomas, naturalista e professore onorario dell’Università di Stirling, nel Regno Unito. L’idea del ricercatore, esperto di funghi e impegnato nello studio di nuovi sistemi per produrre cibo in modo sostenibile, è inoculare con un fungo, dall’eccentrico colore blu e dagli alti valori nutrizionali, i giovani alberi da piantare per la crescita forestale, combinando così la produzione di cibo con gli obiettivi di riforestazione e conservazione della biodiversità.

il fungo Lactarius indigo potrebbe produrre una quantità di proteine annua per ettaro paragonabile a quella dei pascoli estensivi. Oltre che di nutrienti essenziali come acidi grassi e fibre, il Lactarius indigo è estremamente ricco di proteine vegetali e rappresenta già un’importante risorsa alimentare nel Vicino Oriente e nelle Americhe.

Per rendere tutto questo una concreta alternativa alimentare, i ricercatori hanno definito un possibile processo di coltivazione che va dall’isolamento in laboratorio delle spore fungine alla creazione di giovani alberi da piantare con radici che ospitano il fungo. Con il tempo, albero e fungo crescerebbero insieme, contribuendo allo sviluppo forestale e arrivando a produrre funghi ricchi di proteine. Secondo gli autori, il sistema potrebbe garantire fino a 7,4 chilogrammi di proteine l’anno per ettaro, una quantità quasi uguale a quella che viene stimata per la produzione di carne bovina in sistemi pastorali estensivi. Con la crescente pressione che i sistemi alimentari esercitano sull’ambiente, la coltivazione di funghi combinata alla crescita forestale appare come un’opzione da approfondire.

Il sistema potrebbe sembrare però un po’ artificioso. “Nella selvicoltura naturalistica si preferisce sicuramente la rinnovazione naturale, cioè la sviluppo di nuove piantine dai semi che cadono dalle piante adulte”, ci spiega Pierluigi Paris, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche ed esperto di agroforestazione, la disciplina che fonde l’ecologia forestale e quella agraria. Commentando lo studio il ricercatore riconosce anche come “eventuali applicazioni del forest farming con semina di funghi eduli potrebbero avere delle potenzialità, ma devono essere accuratamente verificate”. Si tratta quindi di un approccio innovativo, che ha ancora bisogno di studi. Ciononostante, l’abbinamento della gestione forestale con la coltivazione dei funghi sarebbe possibile e potrebbe aiutare il processo di forestazione produttiva.



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