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Il punto sugli insetti: prodotti, progetti, degustazioni


In Europa si discute da diversi anni sull’utilità di consumare gli insetti, sia per le loro qualità nutritive, sia per limitare il consumo di carne e ridurre le emissioni inquinanti degli allevamenti tradizionali di bestiame, nel tentativo di contrastare il cambiamento climatico. Nell’ultimo anno l’Unione Europea ha concesso le prime autorizzazioni per l’allevamento e la commercializzazione di alcuni insetti destinati al consumo umano, ma chi se ne occupa deve superare ancora un po’ di ostacoli, dalla burocrazia alla diffidenza dei consumatori.


Le patatine di Fucibo, al gusto pizza o formaggio, sono del tutto simili alle classiche patatine al formaggio che si trovano in commercio e sono fatte con il 10 per cento di farina ottenuta dalle larve essiccate di Tenebrio molitor – un coleottero della famiglia dei Tenebrionidi conosciuto come tarma della farina – mischiata a farina di mais, farina di lenticchie, aromi e olio. Lorenzo Pezzato, amministratore delegato dell’azienda, ha raccontato al Post che la ricetta è stata messa a punto dopo sette anni di studi e ricerche, e che anche a livello di gusto è praticamente impossibile notare la differenza con le patatine tradizionali.


Come ha spiegato Francesco Majno, cofondatore di Small Giants, azienda britannica che produce prodotti a base di farina di grillo, gli insetti potrebbero diventare «una fonte di proteine alternativa molto importante per combattere il cambiamento climatico». L’idea non è che gli alimenti a base di insetti sostituiscano del tutto la carne prodotta in maniera tradizionale, ma che possano essere un’opzione in più per avere un’alimentazione equilibrata (come assicurò nel 2013 anche la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dell’alimentazione), ma anche per ridurre le emissioni inquinanti e il consumo di risorse impiegate per la produzione del cibo.

Negli ultimi anni la curiosità verso i cibi derivati dagli insetti sembra essere aumentata anche in Italia, soprattutto per motivazioni legate alla sostenibilità ambientale. Lo spiega anche Giulia Maffei, biologa e divulgatrice scientifica, impegnata nel far conoscere il mondo dell’entomofagia (il consumo di insetti) anche attraverso delle degustazioni rivolte ai soci dell’associazione culturale Entonote, che ha fondato assieme alla food designer Giulia Tacchini. Tra le ricette presentate in quelli che Entonote definisce “laboratori di avvicinamento all’insetto nel piatto” ci sono per esempio le polpette di camole, la crema di zucca con noci e grilli o ancora spinaci con uovo sous vide (cioè cotto sottovuoto) e locusta croccante. Maffei racconta che l’idea di mangiare insetti suscita ancora una certa titubanza nella maggior parte degli occidentali, ma che negli ultimi tempi l’atteggiamento «è cambiato tantissimo»: in generale le persone sono molto più curiose e informate sull’alimentazione e quelle più propense a provare alcuni dei piatti proposti da Entonote hanno di solito tra i 18 e i 40 anni, in generale la fascia di popolazione più attenta ai temi legati all’ambiente, spiega sempre Maffei.

Il maggiore interesse verso l’entomofagia in Europa ha stimolato l’avvio di progetti di ricerca e allevamenti destinati alla produzione di alimenti per il consumo umano anche in Italia. Tra questi c’è per esempio il progetto sperimentale MAIC (Modello Italiano di Allevamento di Insetti Commestibili), lanciato nel 2018 dal Centro Studi per lo Sviluppo Sostenibile di Milano in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Torino e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Italian Cricket Farm, nel torinese, e Nutrinsect, in provincia di Macerata, sono tra le aziende italiane che già si occupano di allevare insetti per la produzione di mangime e che di recente hanno presentato la richiesta di autorizzazione per la produzione di alimenti destinati al consumo umano.


ALIA Insect Farm, una startup innovativa che trasforma i grilli allevati in alimenti “novel food” e ha la sua sede all’Innovation hub di Como NExT – un parco scientifico e tecnologico a Lomazzo (Como) – si dedica invece esclusivamente all’allevamento di insetti per il consumo alimentare umano, impiegando in particolare la stessa specie di grilli già autorizzata dall’Unione.


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