Sovente si guarda al mondo degli insetti commestibili con un pizzico di diffidenza – vero, si tratta di un’alternativa alimentare sostenibile e che, con ogni probabilità, dovrà essere progressivamente integrata nella filiera, ma che gusto avranno grilli, vermi e cavallette? Semplice: sanno di carne. Almeno se preparati in una certa maniera. Secondo una serie di esperimenti svolti da un gruppo di scienziati della Wonkwang University, Corea del Sud, i cosiddetti vermi della farina, forma larvale degli omonimi coleotteri, possono essere cucinati con dello zucchero per ottenere un sapore simile a quello della carne, qualificandosi come potenziali fonti alternative di proteine.
“Gli insetti sono una fonte di cibo nutriente e salutare con elevate quantità di acidi grassi, vitamine, minerali, fibre e proteine di alta qualità, che è come quella della carne”, afferma In Hee Cho, ricercatore della Wonkwang University. “Molti consumatori apprezzano e hanno bisogno di proteine animali nella nostra dieta. Tuttavia, l’allevamento tradizionale produce più emissioni di gas serra rispetto alle automobili. D’altra parte, l’allevamento di insetti richiede solo una frazione di terra, acqua e mangime rispetto all’allevamento tradizionale”. In questo contesto, le larve di tarme della farina potrebbero essere usate cine “condimento” simil-carne per colmare il baratro della diffidenza e avvicinare i consumatori più schizzinosi.
Interessante notare, per di più, che procedimenti di cottura diversi hanno portato a risultati diversi: se cotte al vapore queste larve emanano una sorta di aroma simile al mais dolce, mentre le versioni arrosto e fritte hanno più una somiglianza con i gamberetti. Insomma, considerando che la produzione mondiale di cibo è di fatto responsabile di circa un terzo di tutti i gas serra emessi nell’atmosfera, con l’allevamento di carne responsabile per la maggior parte di essi, si potrebbe dire che il futuro sia sempre più sorridente agli insetti commestibili – con pace di Gian Marco Centinaio.
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