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Non solo insetti per il cibo del futuro

I cibi su cui puntare in un futuro non molto lontano (anzi, dovremmo già cominciare oggi) sono diversi. Le alghe (Laver e Wakame), ricche di nutrienti e di proteine, ma anche i legumi (azuki, fagioli neri, fave, bambara, tylosema, fagiolo dell’occhio, lenticchie, semi di soia, fagiolo mungo verde) e i cereali (nell’ultimo secolo abbiamo perso il 75% di varietà e puntato su coltivazioni intensive che fanno male al suolo), come la quinoa, l’amaranto, il miglio indiano, il fonio, il kamut, la spelta, il teff, la zizzania e il grano saraceno. Ma c’è anche il cactus, l’Opuntia, in grado di sopravvivere a climi estremi. Non potevano mancare frutta e verdura (fiori di zucca, pomodoro giallo e okra) e le verdure a foglia, con poche calorie e molti minerali e fibre (bietola rossa, friarielli, cavolo riccio, moringa, bok choi, foglie di zucca, cavolo rosso, spinaci e crescione d’acqua).

La lista comprende i vitaminici funghi (fungo dell’olmo, i funghi maitake, il Lactarius Deliciosus) e la frutta a guscio e i semi, come i semi di lino, il sesamo, le noci e i semi di canapa. E perché non portare sulle nostre tavole le radici, come la scorzonera, la radice di prezzemolo o il daikon. O i germogli (di fagiolo o di ceci, ma anche gli Alfa-Alfa). Presenti anche i tuberi (radice di loto, ube, jicama e pagata dolce indonesiana).



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